Tracce
di pensieri meridiani
C’è bisogno che qualcuno (ri)costruisca un pensiero (e un’azione)
meridiano al femminile, così come Le Cicale Operose stanno facendo con la
figura di Beatrice Hastings e la cultura europea. In realtà, qualcuno ci sta
già provando, magari senza questo esplicito obiettivo. È il caso della ricerca
che Sergio Sichenze sta portando avanti con la figura Maria Occhipinti. Ne è
nato un primo quaderno, grazie a Lucia Papaleo, a Stefano Iori e alla Corte di
Poeti di Mantova. L’infinita poesia di
una vita. Maria Occhipinti, donna di Ragusa e del mondo, questo è il titolo
di un libricino collettaneo che è utilissimo per conoscere la storia piccola ma
straordinaria di questa donna del Sud. Anarchica e antimilitarista, si oppose
con il Movimento Non si parte! persino all’arruolamento forzato voluto dal
Governo Badoglio tra il 1944 e 1945 per ricostituire l’esercito
colli-belligerante nel nuovo fronte a fianco degli Alleati. Dovette subire la
calunnia di non volere la Liberazione e venne anche arrestata, benché fosse
incinta, e incarcerata a Ustica. Scrittrice autodidatta, riuscì a farsi
apprezzare fino al riconoscimento del Premio Brancati nel 1976.
Altre sarebbero le figure di questa “altra metà” del
Pensiero Meridiano. Alcune le abbiamo già richiamate in precedenti frammenti.
Qui, ne vorrei ricordare altre due: la fotografa e regista Cecilia Mangini,
autrice di una perla sconosciuta del cinema antropologico come Stendalì – Suonano ancora girato nel
1960 nella Grecia Salentina per raccontare il rito dei canti funebri, e scritto
da Pier Paolo Pasolini. Infine, Liliana Rossi, musicista e militante comunista
foggiana, cui Michele Placido ha dedicato il film Del perduto amore nel 1998.
Pasquale Vitagliano