lunedì 15 dicembre 2025

Appunti di Maristella Diotaiuti per Femina ridens

 
















Il 14 dicembre a Le Cicale Operose: 𝐹𝑒𝑚𝑖𝑛𝑎 𝑟𝑖𝑑𝑒𝑛𝑠, progetto musicale di Francesca Messina, in collaborazione con Massimiliano Lo Sardo.
I due raffinati artisti ci hanno proposto il volume 𝐸𝑡𝑛𝑎 𝑐𝑎𝑙𝑙𝑖𝑛𝑔. 𝐿𝑎 𝑠𝑖𝑚𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑒 𝑙𝑢 𝑐𝑎𝑛𝑡𝑢, Radicimusic Recods, 2025. Un libro fonico, "𝑝ℎ𝑜𝑛𝑜 𝑡𝑎𝑙𝑒", da leggere e da ascoltare.

Appunti di Maristella Diotaiuti per introdurre la serata.

[…]

Non è un caso, credo, che il progetto musicale si intitoli proprio Femina ridens con quel chiaro richiamo al femminile e alla risata, al riso delle donne con tutta la sua portata sovversiva e rivoluzionaria, epifanica, di cui parla Helene Cixous nel suo libro Il riso della medusa (più volte da me citato), ma anche il richiamo al canto (nel sottotitolo), al canto delle donne che si collega ai saperi, alla conoscenza, come ad esempio il canto delle Sirene (e lo sguardo di Medusa) che non è un canto mortifero, ma invita alla conoscenza, muore solo chi rifiuta la conoscenza, chi si sottrae a questa, muore a se stesso, come persona.

Il canto si collega alla scrittura, alla creazione artistica, e cito ancora Cixous che scrive: Il loro corpo-testo [delle donne] è una traversata di fiotti sonori. Il riferimento al corpo-testo rimanda alla passione, all’eros che le donne mettono nelle cose che fanno, che non è pulsione sessuale, ma quella particolare energia, che viene anche dal corpo, dalla materia, dai sensi. Questo lavoro di Francesca e di Massimiliano è una sorta di “officina dei sensi”, un viaggio sensoriale, sonoro, dove anche le parole sono suono.

Scriveva Beatrice Hastings: Sillabe che si gonfiano in un suono […] le ascolto avvolgendosi nella spirale della mia mente: e il mio orecchio intorno le va accordando […] cantano la canzone che Eva (gli) insegnò.

Tutte queste esperienze e questi linguaggi li ritroviamo nell’ultimo lavoro, che sentiremo stasera, Etna calling – la simenza e lu cantu, dove c’è proprio questa straordinaria miscidanza di elementi più vari e disparati che danno vita a un oggetto ibrido, con un formato editoriale del tutto originale e nuovissimo qual è il phono-tale, cioè una sorta di libro-disco: da leggere, guardare e ascoltare, che fonde in un’unica opera: musica (suono), parola (racconto) , e immagine (le illustrazioni di Massimiliano Lo Sardo).

Ed è originale anche nel contenuto, perché unisce passato e presente, tradizione e modernità, radici antiche e urgenze contemporanee, con il recupero e l’uso di canti e strumenti arcaici e l’uso dell’elettronica.

L’obiettivo è quello di custodire il fuoco della tradizione che oggi rischia di perdersi (vi consiglio un bellissimo libro di Giorgio Agamben che parla proprio di questo, Il fuoco e il racconto), lo scopo cioè è di reimmettere la tradizione nel presente ma vivificandola, rinnovandola, sottraendola a una dimensione museale, ammuffita.

La tradizione qui è sicuramente anche la Sicilia, evidente già nel sottotitolo, ma anche qui si tratta di una Sicilia non stereotipata, da cartolina, folkloristica, ma è la Sicilia di Jolanda Insana, per intenderci, fatta, cioè di forti contrasti, di sciarre, di energie ctonie, telluriche, fatta di storture e imperfezioni, di fratture, di faglie (chi conosce Insana sa di cosa sto parlando), e proprio in quanto tali sono fertili, creano ponti, perché la faglia non è solo taglio, separazione, ma è sponda, riva e possibilità di unire le rive creando ponti, come appunto fanno Francesca e Massimiliano con i loro lavori.

E non poteva che essere la Sicilia, perché è terra di antichissime tradizioni, di un immenso patrimonio culturale, con la compresenza di una molteplicità di popoli, e ciascun popolo si è integrato con il preesistente, così da mescolare culture, linguaggi, canti, suoni e poesie. Una preziosa eredità artistica e multiculturale di cui Francesca e Massimiliano si fanno custodi e messaggeri, ma risemantizzandola perché sia ancora “semenzaseme che continua a germogliare portando nuovi frutti.

Oltre alla Sicilia c’è dentro anche la Toscana: la stessa Francesca è per metà siciliana e per metà toscana (è siciliana per sangue e immaginario, ma toscana per formazione), ma i legami tra Sicilia e Toscana sono antichissimi: già dal legame tra scuola poetica Siciliana e i primi rimatori Toscani, fiorentini del 200 che si educarono proprio alla corte di Federico II, che hanno ereditato e sviluppato la tradizione della scuola siciliana, dando poi i natali a quella straordinaria fioritura poetica toscana, fiorentina: poeti come Guittone d’Arezzo, Bonaggiunta Orbicciani, Chiaro Davanzati, fino al Dolce stile e a Dante col suo Dolce stil novo, e via dicendo.

Alcuni brani presenti nel libro sono legati a Giuseppe Ganduscio, grande etnomusicologo siciliano vissuto in Toscana, e c’è anche Boccaccio del Decameron, con una sua novella che ha ispirato il brano “Basilicò” (cantata anche da Rosa Balestieri).


Insomma molti ingredienti tutti straordinari che ci preparano a una bella serata. Buon ascolto.

MD