Con Sud prima del Sud dei Santi, di Pasquale Vitagliano.
Un laboratorio di pensiero meridiano sono state le riviste. Su questo vorrei ritornare presto o tardi. Intanto, vi parlo di SUD, che nasce a Napoli il 15 novembre 1945. Le speranze di un’intera nazione erano trainate dall’ingenuità sognatrice dei più giovani. Pasquale Prunas, l’ideatore della rivista, ha ventuno anni. La redazione si riunisce in una stanza di casa sua, nell’Accademia militare della Nunziatella. Suo padre Oliviero, infatti, ne era il direttore. Qui s’incontra con altri giovani, Raffaele La Capria, Anna Maria Ortese, Antonio Ghirelli, Luigi Compagnone, Carla de Riso, Giuseppe Partroni Griffi, Franco Rosi. Lo spirito meridiano di quest’originale esperienza editoriale viene focalizzato nel primo editoriale della rivista. SUD non ha significato di una geografia politica, né tantomeno spirituale; il “SUD” ha per noi il significato di Italia, Europa, Mondo. Sentendoci meridionali ci sentiamo europei (…) lo spirito non ha pesi e bilanci, (…) lo spirito non ha latitudine». La rivista ebbe vita breve. L’ultimo numero esce nel settembre 1947 (n. 2-6, luglio-settembre), conta quaranta pagine, con una grafica completamente rinnovata. La Capria traduce quattro poesie di Dylan Thomas. Si leggono le recensioni dei film neorealisti. Ci sono tre testi di Anna Maria Ortese e Prunas con lo pseudonimo di Adriano Garga scrive una pagina col titolo Qui il mare è anche una latrina. È un titolo duro che letto oggi sembra prefigurare la fine di tutto. Restava senza sintesi il dilemma degli intellettuali italiani, evidenziato lucidamente da Antonio Gramsci, scissi tra il furore statico del provincialismo e la specializzazione elitaria del cosmopolitismo. In effetti, proprio Anna Maria Ortese addebita alla rivista di non essere riuscita ad emanciparsi da questo dilemma storico. Nel racconto Il silenzio della ragione accusa questi intellettuali di ignavia e di tradimento etico. La bambina si era messa alla fine gli occhiali della realtà. I ragazzi di Monte di Dio, «anziché rivelare, impercettibile e spaventoso, il combattimento tra le esigenze della ragione e l’antichità, apparivano, come in uno dei tanti spettacoli di varietà cari all’Ottocento, l’ingenuo conflitto tra i sogni della gioventù e la soverchiante logica delle cose».
Se dal 2003 la rivista è rinata il merito è di un’altra
“ragazza terribile”, Renata Prunas, sorella del fondatore. Infaticabile, però,
è l’impegno di Francesco Forlani, casertano, autore geniale e animatore del Lit-blog
Nazione Indiana, egli stesso da
ragazzo allievo della scuola Nunziatella. La sfida è sempre quella. Pensare
globalmente e agire localmente.
P.V.