sabato 9 agosto 2025

Perché è importante riconoscere la specificità dei crimini d'odio e delle oppressioni, di Rita Ciatti












Perché è importante riconoscere la specificità dei crimini d'odio e delle oppressioni.

È più diffuso di quel che si pensi il pensiero che non serva specificare le cause della violenza o il sesso, genere, orientamento sessuale, appartenenza etnica delle vittime di violenza perché la violenza è sempre sbagliata a prescindere da chi ne sia oggetto e che quindi dovremmo parlare di rifiuto della violenza in generale.
Questa argomentazione rientra nella fallacia chiamata "all lives matter" e in genere è usata da chi nega che esista la violenza di genere, il razzismo, l'omofobia, persino lo specismo. Si tratta quindi di una generalizzazione che identifica la violenza in un tratto caratteriale, individuale, genetico, morale che dividerebbe l'umanità in "buoni e cattivi" senza analizzare cause sociali, elementi culturali, motivazioni politiche, coloniali, economiche.
Da un punto di vista antropologico è tendenzialmente vero che abbiamo paura del "diverso" (rispetto a un centro etnografico, di specie, culturale che è il punto da cui ci muoviamo), ma dalla diffidenza alla costituzione di ideologie che giustificano e motivano le oppressioni servono dei passaggi in più e cioè le ragioni, che sono sempre legate a intenzioni di sfruttamento per vantaggi personali o di un gruppo, classe, sesso, specie su altri e in genere di mantenimento di una più ampia ideologia dominante conservativa.
Queste motivazioni, che sono razionali, poi si trasformano in discriminazioni e svalutazione dei soggetti che si vogliono opprimere legandosi e connotandosi a credenze, pregiudizi e narrazioni spesso del tutto irrazionali, in parte frutto delle dinamiche di sfruttamento che divenendo alla lunga normalizzato e persino naturalizzato ci porta automaticamente a considerare determinati soggetti come inferiori rispetto ad altri.
Le ideologie oppressive fanno sempre comodo alle classi dominanti o sesso dominante o specie dominante perché connotando le vittime in modo negativo (culturalmente inferiori, meno capaci, meno intelligenti) o riducendone l'esistenza in funzione di ruoli precisi se ne giustifica l'oppressione.
Quindi distinguere per esempio un omicidio per rapina da uno per omofobia o razzismo è fondamentale e non perché morire per rapina sia meno grave, ma perché combattere il crimine richiede approcci diversi rispetto a combattere l'omofobia o il razzismo; nel primo caso si muore per casualità, nel secondo, configurandosi un reato d'odio, si muore per ciò che si è e bisogna combattere le ideologie oppressive che sono alla base dell'odio e svalutazione di un gruppo specifico di persone.
Allo stesso modo non si possono equiparare le morti di uomini per i più svariati motivi ai femminicidi che sono crimini di odio ben specifici che attengono alla cultura patriarcale e hanno le radici nell'interesse a voler continuare a sfruttare, sottomettere, assoggettare e relegare le donne entro ruoli precisi.
E così per gli animali, sfruttati per profitto, ma ormai connotati, visti, pensati entro una specifica lente ideologica che si chiama specismo.
La difficoltà del combattere alcune specifiche ideologie è che queste nel tempo, nei secoli, sono diventate invisibili poiché normalizzate e naturalizzate (avete presente? "Mangiare carne è naturale", "Le donne sono naturalmente portate a stare in cucina", "Agli schiavi piace lavorare nei campi perché sono robusti come tori", "Ai maiali piace stare così", "Non si rendono conto, non capiscono") e le vittime diventano dei referenti assenti oppure vengono assimilate entro analisi di violenza generica che impedisce un riconoscimento della questione e quindi impossibilità di fare giustizia.
Il primo passo per eliminare un'ingiustizia è raccontarla.
Ecco perché anche appellarsi al capitalismo come generico sistema sociale entro cui determinate oppressioni (patriarcato, specismo, razzismo) prendono vita talvolta è un errore perché ogni oppressione ha delle specificità che affondano le radici in tempi lontani e che se anche ha avuto, come detto sopra, l'origine in motivi legati al profitto e ai vantaggi e interessi di chi sfrutta, si è poi connotata legandosi ad argomenti, credenze, pregiudizi anche irrazionali divenendo ideologia a sé stante; interconnessa alle altre, ma specifica.
Specismo, razzismo, patriarcato, omolesbobitransfobia sono sistemi di pensiero a sé stanti funzionali sempre al mantenimento del potere di classi, specie, sesso e sistema dominante. Il sistema capitalista ovviamente ha tutto l'interesse nel mantenere in vita determinati schemi di pensiero poiché ne trae vantaggio. Potremmo dire che sfruttare e svalutare, svalutare per poi opprimere sono processi sinergici che si alimentano a vicenda e che devono essere affrontati entrambi perché non si elimina l'uno senza l'altro.