Appunti di Maristella Diotaiuti: Il femminile nel volume Dialoghi sulla sedia. Azioni a più voci, di Chiara Serani, Anterem Edizioni, 2023.
Un elemento fondante, nel testo di Chiara, è un forte richiamo al femminile, una problematizzazione del femminile, e in particolare del corpo della donna.
La protagonista è una donna col suo corpo sessuato, un corpo nudo di donna che si accampa sulla scena, che dice delle cose importanti, c’è una sua rappresentazione precisa.
Un corpo
assediato da oggetti-simbolo di un femminile normato,
codificato. Non a caso la prima sezione di intitola del ferro, della lana, e dei capelli, la lana, i capelli, le
forbici, un paio di vecchi ferri da maglia che Chiara individua con precisione, non
sono ferri qualsiasi, ma sono ferri della
madre, reale o simbolica che sia.
Vi si coglie una costruzione del
femminile e del materno che va rivista, riletta, ripensata.
C’è anche questa oggettivazione del corpo della donna, che diventa un tutt’uno con l’oggetto che dovrebbe essere altro da sé, nello specifico la sedia, con il quale dovrebbe avere un rapporto dialettico, dialogante, ma che invece lo costringe a deformazioni, a considerevoli contorsioni. È un rapporto anche violento, il corpo si muove in uno spazio angusto, asfittico, costrittivo. Mi riporta agli spazi sottratti alle donne nel corso del tempo, della storia: lo spazio pubblico, sociale, e non solo, qui plasticamente raccontato da Chiara, messo in scena in maniera efficacissima.
Significativo è anche il riferimento, il richiamo a Giovanna d’Arco: una irregolare, una disobbediente, una eccentrica. E c’è anche l'immagine dicotomica di donna madonna/puttana elaborata dal pensiero maschile: dunque, voi credete ancora d’essere l’eletta del signore? scrive Chiara. Non puoi essere donna ed eletta da dio nello stesso tempo, con questa diminutio dell’essere donna.
Quindi c’è lungo tutto il testo questo tentativo fortissimo, anche violento, doloroso, di abrasione di questo femminile stereotipato e di rielaborazione e riappropriazione di un femminile autentico, originario, di una identità liberata, sottratta alla normazione maschile, patriarcale, liberata anche dalle madri, dalla eredità delle altre donne che hanno introiettato, interiorizzato i modelli elaborati dagli uomini e si sono fatte custodi dell’ordine patriarcale. Abbandonare quindi i ferri, gli strumenti delle madri e utilizzare invece nuovi mezzi, per una nuova nascita, una rinascita del femminile. Infatti a pag. 16 Chiara scrive: Per terra davanti a me, è ammassato un accumulo di vecchi ferri da maglia, tutti ammonticchiati in un grande shangai […] (me li butto dietro la spalla sinistra come fossero manciate di sale) […] Alla fine raggiungo i miei ferri, e comincio a dipanare, lenta, il filo. Lo lavoro […] finché la lana non è del tutto esaurita. lo adagio a terra. Si spengono le luci.
E c’è, a pag. 20, la costruzione di un nuovo corpo, una nuova pelle. E ancora una volta non è casuale che il testo, la raccolta, si chiuda proprio con una immagine di rinascita: un uovo, una cova, la potenza generativa e rigenerativa del corpo della donna. La donna si è ripresa tutto: il proprio corpo, lo spazio pubblico, il potere, l’unità del suo essere, si è ricomposta nella sua interezza, si è riappropriata della sua ferinità, selvatichezza e insieme della sua sacralità: "alla mia sinistra c’è un uovo. Sono nuda, ma ho una mitra papale sulla testa, in grembo un libro. Covo la schiusa […] capitombolo a terra. L’uovo è rotto e ancora intatto." (pag. 58).
Sono madonna, sono istinto primordiale, l’inaddomesticato, ma anche pensiero, “anche la donna pensa” (Angela Putino).
M.D.
Chiara Serani è nata a Pisa nel 1974. Dopo il conseguimento del dottorato in Letterature straniere moderne è stata assegnista di ricerca in Letteratura inglese presso l’Università di Pisa, dove è stata anche professore a contratto per gli insegnamenti di Lingua inglese e Scrittura critica. È abilitata a professore universitario di seconda fascia in Letteratura inglese. Si è occupata di letterature post-coloniali e poesia anglofona moderna e contemporanea, con particolare interesse per la poesia britannica modernista e del secondo Novecento. Ha pubblicato le monografie Salman Rushdie. La storia come sperectomia (Aracne, 2010) e The august Presence: T.S. Eliot nell’opera di Philip Larkin (Aracne, 2010). È tra i curatori del volume Hammered Gold and Gold Enamelling. Studi in onore di Anthony Leonard Johnson (Aracne, 2011). Ha pubblicato inoltre numerosi saggi e altri interventi in volume (su Ted Hughes, Sylvia Plath, Dylan Thomas, Emily Dickinson, Philip Larkin e altri) e in rivista/lit blog (tra cui «Strumenti Critici», «Soglie», «il Grandevetro», «Anglistica Pisana», «CONTAINER», «Nazione Indiana», «Imperfetta Ellisse»). Si interessa inoltre di letteratura italiana contemporanea e ha pubblicato interventi su Augusto Blotto e Silvano Martini. Collabora con alcune case editrici come editor e traduttore freelance (tra le traduzioni più recenti: Edmund Burke, Indagine filosofica sull’origine delle nostre idee di Sublime e di Bello, Edizioni Theoria, 2024). Sue poesie e prose sono apparse su «l’immaginazione» (Manni) e su «Nazione Indiana». Con l’opera Dialoghi della sedia. Azioni a più voci (finalista al Premio Bologna in Lettere - 2022) ha vinto il Premio Lorenzo Montano (XXXVI edizione, 2022) nella sezione “opera inedita”. Pubblicata da Anterem Edizioni (2023), l’opera è stata selezionata per il Premio Nazionale Elio Pagliarani (2024) e finalista al Premio Versante Ripido (2024). È stata infine tra i giurati esperti del premio “Poesia in-corso”, VIII edizione, a cura de Le Cicale Operose.