Pasquale Lenge (poeta Lucano, curatore della rubrica Torrenti):
Quarcarunë recë
nù mena, sëccata
a quarcarunatë venë
lu trëmulizzë, la mbosta!
Ciuccië pè jastmà
mulë pé fatëá
cavaddë pè camnà
pè passà la jumara
amici sincirë e carë
quà lu screvë
qui l'ho detto
invito faccio al poeta
Maria Lenti.
Si tratta di un invito ad attraversare il torrente; qualcuno afferma che è secco, altri, paurosi (trëmulizzë), che è in piena. Ognuno con i suoi mezzi simbolici: asini per bestemmiare, muli per lavorare, cavalli per viaggiare. Per guadare il torrente, amici sinceri e cari, poeti.
Sempre Vostro, Pasquale Lenge.
Le Cicale Operose ha avuto il piacere di ospitare Maria Lenti in occasione del Festival di poesia VOCI, II Edizione, dedicato alla poesia dialettale, invitando poeti di varie regioni d'Italia.
Letture di Maria Lenti delle poesie Sogno, So parlare ancora, Adess.
Per ascoltare, cliccare sull'immagine.
Sogno
Ovidio, in sogno, me guarda fitt:
“Hai letto a fondo la mia Ars amandi e praticato
i giochi delle tessere e degli astràgali, delle pedine?”.
Oddio.
Corr ad aprì el libre
per veda de precis a co’ se riferisc.
En el so se j ho giocati propi ben chi dadi sua,
le pietruzze, le palle con la tavoletta
tle
rob d’amor.
“Sì e no...pò darsi...forse. Ach’sé...Così così”, sbasoffie.
“Male…”.
Ho capit. Me
tocca ristudiè. “Poss arprovè?”.
“En cregh – me rispond sa j occhi ummidi e tèl mi dialett -.
’Na vitta, so’ sicur sensa tentennamenti, in ogni cas
en basta. La mia l’ho perduta a Tomi.
Due en c’èn manch a pagalle.
Per
nesun”.
Ovidio, in sogno, mi guarda fitto: “Hai letto a fondo la mia Ars amandi e praticato / i giochi / delle tessere e degli astràgali, delle pedine?”. / Oddio. / Corro ad aprire il libro / per vedere di preciso a che cosa si riferisca. / Non so se li ho giocati proprio bene quei suoi dadi, / le pietruzze, le palle con la tavoletta / nelle cose dell’amore. / “Sì e no...può darsi...forse. Così...Così così”, farfuglio. / “Male…”. / Ho capito. Devo studiare di nuovo. “Posso riprovare?” / “Non credo - mi risponde con gli occhi umidi e nel mio dialetto -. / Una vita, sono sicuro senza tentennamenti, in ogni caso / non basta. La mia l’ho perduta a Tomi. / Due non ci sono nemmeno a pagarle. / Per nessuno.”
So parlare ancora
(Rimbaud,
Je ne sai plus parler)
...me sembra
de sapé parlè ancora
- non so per quant non so quant pol
valé -
ma sta gent ch’en vol sentì
ragione e sentimento della vita
ch’en ha il disìo de la cosa
piacente
e fa el massim per fè fnì
sa i mancamenti ripetuti
la terra che abitiamo.
Voj rida e faj capì che sbaja
che è crudel
che i sold vann tutti vers’un lumin
j voj portè tutt le rob belle
ma i su pied
anca i mort i campsant le radic
i nostri affetti
dirle ch’ha da guardè
da tochè i bordej le donne j omin j
animal
le piant l’acqua i mont i desert i
ghiacci polari
“guarda adess
arcmincia da cap la tu vita”
So
parlare ancora
(Rimbaud:
Non so più parlare )
...mi
sembra / di sapere parlare ancora / - non so per quanto non so quanto possa
valere - / a questa gente che non vuole sentire / ragione e sentimento della
vita / che non ha il il disìo de la cosa piacente / e fa il massimo
perché finisca / con i ripetuti mancamenti /
la terra che abitiamo. / Voglio ridere e farle capire che sbaglia / che
è crudele / che i soldi vanno tutti verso un lumino / voglio portare tutte le cose belle / ai suoi
piedi / anche i morti i camposanti le radici / i nostri affetti / dirle che
deve guardare / toccare i bambini le donne gli uomini gli animali / le piante
l’acqua i monti i deserti i mari i ghiacci polari / “ guarda adesso / ricomincia
da capo la tua vita”
Adess
A Francesco Scarabicchi,
al suo amore per la vita e per la poesia
qualcun
m’ha da spieghè
in modo
calmo e semplice
perchè
propi adess ch’ho imparat
a
caminè sensa inciampè trop
a
vedere
rosso
il cielo giallo il mare
bianche
le montagne azzurri i boschi arancioni i fiumi
a
stupirmi
delle
stelle in terra e perfino in alto
dell’amore
dai diversi nomi
che
sparisc e po’ artorna
liquido
dell’ignoranza
soda ch’gira intorne
dei
poeti che svenandosi svelano la vita
dei
luoghi da scoprire o da abitare
adess
ch’ho
imparat a essa in sintonia con i prossimi
traballante
nella barca ma sempre in piedi
a
riconoscere le scalanch altrui e mie
a
sapere che gli altri sono io e viceversa per dolori e gioie
qualcun m’ha da
spieghè
perchè propi adess
che qualcò so
che la fantasia è
spinta in avanti
che qualcò facc
(magari poch) per ste mond sbilench
che en so’ più
sgolfanata e rafacana
perché propi adess
sent ch’ dovrò partì
per un viagg
sconosciut
Adesso
qualcuno mi deve spiegare / in modo calmo e semplice / perché proprio adesso che ho imparato / a camminare senza inciampare troppo / a vedere / rosso il cielo giallo il mare / bianche le montagne azzurri i boschi arancioni i fiumi / a stupirmi / delle stelle in terra e perfino in alto / dell’amore dai diversi nomi / che sparisce e poi ritorna / liquido / dell’ignoranza soda che gira intorno / dei poeti che svenandosi svelano la vita / dei luoghi da scoprire o da abitare / adesso / che ho imparato a essere in sintonia con i miei prossimi / traballante nella barca ma sempre in piedi / a riconoscere le buche del terreno (scil. gli sbandamenti) / a sapere che gli altri sono io e viceversa per dolori e gioie / qualcuno mi deve spiegare / perché proprio adesso che qualche cosa so / che la fantasia è spinta in avanti / che qualche cosa faccio (magari poco) per questo mondo sbilenco / che non sono più ingorda e accanita / perché proprio adesso sento che dovrò partire / per un viaggio sconosciuto
NOTE BIOGRAFICHE
https://www.marialenti.it/wp/
Maria Lenti, poetessa, narratrice, saggista, giornalista, è nata e vive a Urbino. Docente di lettere fino al 1994, anno in cui è stata eletta (e rieletta nel 1996 fino al 2001) alla Camera dei Deputati con Rifondazione Comunista.
In poesia ha pubblicato: Un altro tempo, 1972; Albero e foglia, 1982; Sinopia per appunti, 1997 (2° classificato al premio Alpi Apuane); Versi alfabetici, 2004; Il gatto nell’armadio, 2005; Cambio di luci, 2009 (finalista al premio Pascoli); Ai piedi del faro, 2016; Elena, Ecuba e le altre, 2019 (3° premio al PontedilegnoPoesia 2019); Arcorass Rincuorarsi, 2020. Ha pubblicato narrativa breve (da ultimo: Apologhi in fotofinish. Racconti e altri scritti, 2023) e saggi, tra cui Cartografie neodialettali. Poeti di Romagna e d’altri
luoghi, 2014. Ha curato, con Gualtiero De Santi e Roberto Rossini, il volume Perché Pasolini (1978). Sulla sua poesia Lucilio Santoni ha realizzato nel 2002 il film-video A lungo ragionarne insieme. Un viaggio con Maria Lenti.
Fonte: Puntoacapo Editrice.