giovedì 17 luglio 2025

cosmi | minimi, di Lucio Macchia

 









cosmi | minimi, di Lucio Macchia

Una raccolta in cui l’autore abita l’antinomia “dell’immanenza”: un gesto poetico contraddistinto dalla sua particolare prospettiva sul mondo che qui emerge – nel linguaggio, nei versi – in rinnovata, vivida consapevolezza.


Eccolo il mondo:

il sole, un limone,

una mela.

E questo sguardo

che s’affaccia all’orlo

delle parole dove queste

sprofondano minime

e silenziose in abissi

di bacche di luce.

La gioia perfetta

dell’attimo su quel bordo.

E, al suo cessare,

il cessare d’un cosmo

(tratto dal brano Niente II)

 

cosmi | minimi è la nuova silloge di Lucio Macchia, edita industria & letteratura, con la cura editoriale di Emanuela Vezzoli.

Nei 61 brani di questa raccolta, presentata in un elegante formato tascabile, l’autore fa confluire il risultato attuale della sua ricerca, giungendo ad una articolazione dello scritto estremamente concentrata sulle intermittenze esistenziali, a cui corrisponde uno stile sempre più rastremato, lineare, ellittico. Il suo gesto muove, con la parola, oltre la parola, lungo gli orli delle percezioni, dove la vita giace in sé – autentica.

Di seguito qualche estratto della nota della curatrice che è posta come introduzione nel volume.

‘’Occorre sospendere, come ci insegna Coleridge, l’incredulità e affidarci a Scoto, a Deleuze, e (nel suo intento poetico) a Lucio Macchia, alla loro ecceità e arrenderci, in modo antinomico, nel momento poetico, all’immanenza. Occorre salire, o scendere, fino all’orlo delle cose e lasciare che urlino il loro essere, il loro esser-ci – come il fiore di Celan – dentro i versi. […] Muoviamo allora, in questa raccolta, dall’abisso dolcemente crudele della nientità, da splendidi brandelli di nulla che ci invocano da «una scaglia di luce» (Nostalgia), da impressioni, colore e sentore, per approdare a quell’ecceità che ci tocca mentre a lei stessa ci abbandoniamo soavi[…] preferisce riportarci nel mezzo, il poeta, né dentro l’assenza, né dentro la troppa presenza (neutĕr). Fuori, dehors, ai margini del dire e dello stare, sui lembi dell’essere, in un perenne momentum, un moto lieve, un’oscillazione mai sazia, impigliati «al bianco, all’acqua» (L’orlo degli anni), incerti e docili «alle pieghe di un destino» (Distillato), alle screziature del nostro strenuo e-vocare, heideggerianamente, il mondo’’ (dalla Nota della curatrice).

 

Link al libro: https://www.industriaeletteratura.it/prodotto/cosmi-minimi/