sabato 18 gennaio 2025

Marco Perillo. Nota di lettura di Maristella Diotaiuti.

 



Nota di lettura di Maristella Diotaiuti per il volume Misteri e segreti dei quartieri di Napoli, di Marco Perillo, Newton Compton Edizioni, 2022, scritta in occasione della presentazione alle Cicale Operose. Musica: Alfonso De Pietro.

È un libro prezioso per chi vuole conoscere una Napoli ‘altra’, al di là degli stereotipi e delle cartoline turistiche, degli aspetti soliti della città, perché propone itinerari poco o del tutto sconosciuti, inseguendo storie inedite, leggende di quartiere, notizie di storia che non tutti conoscono, particolari che sfuggono al turista distratto, o spesso allo stesso napoletano. Perillo soprattutto è motivato dalla ricerca del vero volto di Napoli, dalla scoperta della bellezza profonda della città.

Leggere il libro di Perillo è come passeggiare nelle vie della città. Dal punto di vista strutturale, infatti, il libro è suddiviso in dieci capitoli che corrispondono a dieci percorsi narrativi, dieci possibili itinerari, raccontandoci, al contempo, di personaggi illustri e vicende che hanno lasciato un segno nella città e dalla città hanno tratto materia per la loro arte, crescendo in simbiosi con Napoli e i napoletani (Boccaccio, Petrarca, Giotto, Giordano Bruno, Cagliostro, Caravaggio e tantissimi altri). Ci racconta così le radici antichissime della città, quelle greco-romane, poi il periodo medievale con tutti i suoi Signori e regnanti che hanno contribuito ad accrescere il patrimonio storico e culturale, e  il periodo rinascimentale e post-rinascimentale, arrivando fino ai giorni nostri.

Perillo però va sempre oltre quello che cade immediatamente sotto lo sguardo, oltre lo scontato, il già conosciuto, per cogliere quello che si cela dietro, quindi ha, attiva uno sguardo curioso, decentrato, obliquo, e soprattutto uno sguardo meravigliato, che ogni volta ha la capacità di stupirsi, e lo stupore spinge sempre più in là, più avanti la ricerca, immette nuova curiosità sulle cose.  E si spinge così fino a raccontare i molti misteri, i molti segreti di quei luoghi, la memoria nascosta di Napoli con la sua commistione tra sacro e profano, paganesimo e cristianesimo, nobile e plebeo, antico e moderno, mito e storia, e anche la sua contiguità, familiarità con la morte, con il culto dei morti, che l’oltremondo entra quasi naturalmente nella vita, nel quotidiano dei napoletani, c’è un dialogo intimo e serrato tra la vita e la morte, una città sospesa tra la vita e la morte (basti pensare alla pratica del ‘rinfresco’ delle capuzzelle, sui teschi di sconosciuti al cimitero delle fontanelle, ma anche camminando per i vicoli ci si imbatte spessissimo in immagini riferiti alla morte e ai morti)

Perché Napoli è una città doppia, speculare: esiste una città visibile a occhio nudo, fatta di tradizioni, bellezze architettoniche, artistiche, storiche, e poi vi è una Napoli sconosciuta, nascosta: quella dei miti, degli antichi riti pagani, alessandrini, dei misteri, dei simboli e dei culti esoterici, dei riti alchemici, delle leggende, dei fantasmi che si aggirano di notte per la città, della presenza di entità naturali o soprannaturali, figure benevole come la bella ‘mbriana, o dispettose come il monaciello; una città avvolta da energie cosmiche che la collegano a dimensioni altre, che ne fanno una città-portale.

Tanta materia, insomma: e Perillo è riuscito a rendere, a restituirci tutta questa complessità che nasce anche dalla capacità di Napoli, e dei napoletani di trattenere tutto, di non lasciar andare nulla di ciò che l’ha attraversata, e questa stratificazione, questa commistione culturale, di etnie, popoli, linguaggi, religioni, è il tratto distintivo potente che fa di Napoli una delle città più affascinanti al mondo.

Ancora oggi Napoli è città accogliente, non respinge nessuno, è esempio di cosmopolitismo e di osmosi tra le etnie più disparate, perché da secoli e’ stata punto di incontro tra popoli e culture. Perché  Napoli è porosa (cit. Walter Benjamin), come il materiale di cui è composta, il tufo, e quindi assorbe tutto ciò con cui viene a contatto.

Perillo si muove in questa materia incandescente, come un esploratore urbano, un indagatore di tutti gli aspetti che compongono il grande mosaico di Napoli, non tralasciando nemmeno quei tratti, che ci sono, dell’occulto, del magico, dell’esoterico. Ma, come dicevo prima, è anche un attento ricercatore della storia di Napoli, in questo libro c’è anche la storia, c’è l’urbanistica, le descrizioni dei luoghi sono molto accurate, precise e meticolose le spiegazioni dell’architettura dei palazzi, delle chiese, delle piazze, dei monumenti. Insomma Perillo si è comportato come un moderno flaneur di boudeleriana memoria, si è incamminato lungo le vie, le piazze, addentrandosi in chiese, catacombe, cimiteri, sotterranei, nei palazzi signorili e non, assistendo alla vita che si svolge sulla strada e ci restituisce tutto nei suoi libri, non solo la fredda materia della ricerca storica, ma il coinvolgimento emotivo che ne ricava, che ne deriva. e rende noi partecipe di questa sua personale avventura.

Certo è che con la città di Napoli Perillo ha materia pressoché infinita su cui indagare e sulla quale emozionarsi. Molta materia di racconto, di narrazione. A Napoli tutto è narrazione, anche i sanpietrini delle strade, gli spigoli dei palazzi, le finestre, i portoni, hanno storie da raccontare. Camminando senti le vite che la città ha vissuto, le vite di quanti hanno condiviso il loro tempo con questa città, senti il suo respiro, fatto di milioni di respiri, di quelli viventi e di quelli che sono vissuti prima di noi, e senti il tuo che si aggiunge agli altri.

M. D.